domenica 14 febbraio 2021

Raccolta della plastica di San Valentino

Una stupenda giornata oggi per fare una passeggiata tonificante alla diga foranea di Sottomarina. Ci saranno state più di un migliaio di persone a camminare, tutti muniti della loro mascherina, cercando di mantenere le distanze e tornando sui propri passi quando la folla si faceva più intesa.



Una folla a passeggiare e noi quattro a tirare su bottiglie e pezzi di polistirolo tra i massi. A dire il vero loro tre, Paolo, Mauro e Laura, a infilarsi negli anfratti e io a radunare e buttare nei sacchi neri, alcuni dei quali donati da Veritas. Ma d'altronde ho l'agilità di un bradipo e se mi infilassi tra un sasso e altro dovrebbero venire a tirarmi su con un paranco.

Ma cominciamo dal principio.

L'iniziativa è partita anche stavolta dai Green Bei, gli instancabili stacanovisti della pulizia dell'arenile, sempre presenti con qualsiasi condizione meteo. Appuntamento con il solito tam tam nelle pagine social del gruppo, alle due del pomeriggio davanti alla diga, nel parcheggio di cicli e motocicli.

E io alle due sono arrivata, puntuale come un orologio svizzero, mi guardo intorno e non c'è nessuno, nessuno con i sacchi, nessuno con le pinze. Vabbè, mi dico, saranno già andati. Sento se qualcuno dell'Associazione Amico Giardiniere mi da ragguagli e Paolo, il sempre presente Paolo, mi avvisa che sono già in spiaggia.

Perfetto. Tanta era la brama di contribuire alla pulizia che sono arrivati prima del concordato e stanno già lavorando. Quindi mi incammino e già da distante si vede un gruppetto radunato attorno a sacchi pieni, a tanti sacchi pieni, e tra me e me mi chiedo quanto tempo prima siano arrivati per aver già fatto un così abbondante raccolto.


Ma il mistero è presto svelato. Non sono il gruppo radunato dai Green Bei, ma altri ragazzi e parlando con loro scopro che vengono da fuori Chioggia. L'organizzatrice viveva qua ma ora è andata ad abitare fuori lasciando un pezzo di cuore, tanto da riuscire a radunare una quindicina di giovani appartenenti all'associazione Animaliberaction provenienti da Venezia, Padova e Vicenza e portarli qui, a raccogliere il pattume portato dal mare. Si sono fermati un paio di orette circa e sono riusciti a tirare su abbastanza plastica da riempire un bel po' di sacchi.


Nel frattempo i Green Bei e il loro seguito sono arrivati a destinazione. E come previsto dalla locandina, si sono diretti in spiaggia. Noi quattro, avendo visto che erano già passati i ragazzi di Animaliberalaction e che avevano fatto già un po' di pulizia abbiamo deciso di recarci alla diga. Era inutile che stessimo tutti ammassati a portarci via la spazzatura uno con l'altro.
La decisione di andare verso il fanale della diga è stata sensata. Essendo il punto più distante dal punto di raccolta diventa poi stancante portare tutti i sacchi pieni fino a destinazione, dove la Veritas passerà a ritirarli. Di solito ci si ferma un po' prima.

Abbiamo tirato fuori le armi, le pinze per meglio dire. E abbiamo cominciato.

E devo dire che mi sorprendono sempre, io che sono nuova nel gruppo rimango sempre stupita dall'impegno che viene profuso in queste iniziative.

Paolo, non più un giovanotto di primo pelo, Mauro e Laura, hanno cominciato a calarsi tra i massi con un entusiasmo unico, ingaggiando lotte talvolta impari con retine di plastica, pezzi di polistirolo, resti di scarpe, palloni sfondati, cassette di plastica e bottiglie.

Quante bottiglie... alcune sembrava avessero passato decenni tra quei sassi a prendere sole, caldo, freddo e salsedine, incastrate com'erano. Molte vuote, alcune piene di acqua entrata chissà come e svuotate prima di finire nei sacchi, e un paio contenenti chissà che prodotto chimico, lasciate ben chiuse.


Ma ciò che preoccupa di più è il polistirolo. L'azione del mare erode. Hai presente i sassi dei fiumi, belli, tondeggianti, senza bitorzoli, lisci al tatto. Ebbene, se l'acqua negli anni riesce a levigare così un sasso che si stacca dalla montagna, pieno di spigoli, immagina cosa può fare ai pezzi di polistirolo. I più vecchi sembravano avessero sopportato lo stesso trattamento, lisci e tondeggianti com'erano. Ma mentre ciò che viene tolto dai sassi torna alla natura sotto forma di sabbia e pulviscolo, ciò che viene tolto dal polistirolo diventa cibo per i pesci. Tanto cibo per i pesci, troppo. E come è logico che sia entra a far parte della catena alimentare, per cui prima o poi lo ritroveremo a tavola tra una pietanza e l'altra.


Di pezzi di polistirolo ne abbiamo tirati su tanti, a mani nude. Ma mentre recuperarne alcuni è stato relativamente facile, per altri non c'è stato nulla da fare, pezzi troppo piccoli, singole palline di polistirolo a volte, non eravamo attrezzati. D'altronde una associazione di volontariato fa quello che può con i mezzi che ha, e che riesce a racimolare dalle donazioni dei privati; non sempre si possono acquistare gli attrezzi adatti e ci si arrangia.

Comunque tra ridere e scherzare di sacchi noi quattro ne abbiamo fatti su una quindicina. E per portarli al punto di raduno è bastato chiedere.

Sono stati tanti, tra coloro che si stavano godendo la ariosa giornata assolata, ad accettare la proposta di portare un sacco fino a destinazione, alcuni ben volentieri, qualcuno lo si è dovuto incitare un po' di più. Pochi, a dire il vero, ci hanno evitato come la peste, forse sarebbero anche stati disposti a tornare a riva nuotando piuttosto che collaborare. Ma è giusto che ognuno si comporti come si sente di fare, basterebbe non sporcare, così non sarebbe necessario poi pulire.

Chiuso l'ultimo sacco, dopo aver guardato l'orologio ci siamo incamminati verso il punto di ritrovo, carichi dell'ultimo raccolto. Ma la banda dei tre era irrefrenabile e ogni due passi scoprivano altre cose da recuperare, altre bottiglie e altro polistirolo. E quasi al punto di ritrovo abbiamo recuperato il pezzo forte: una enorme boa gialla, utilizzata dai pescatori per segnalare le reti, fortunatamente vuota e ancor più fortunatamente legata alla cima, cosi che Mauro ha potuto trascinarla fino a destinazione.

Ed eccola la banda dei Green Bei, davanti all'enorme quantità di sacchi raccolti.

E come al solito soddisfazione per aver fatto qualcosa di buono e delusione per non poter fare di più.

Per cui grazie a tutti coloro che oggi hanno collaborato a rendere un po' più pulito il nostro mare, gli Animaliberalaction, che sono partiti da lontano, i Green Bei che hanno il potere di radunare decine di persone, e quelli dell'Amico Giardiniere, che ci sono sempre!


Abbiamo fatto tanto, ma possiamo fare molto di più.

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