Il neo presidente dell'associazione nazionale Giardinieri BioEtici, Andrea Iperico di Imola, ha accettato cortesemente l'invito del prof. Francisco Panteghini di fare un'analisi e una riflessione sugli interventi della Cooperativa Giotto su alberi e arbusti all'Isola dell'Unione (Chioggia, VE) del gennaio 2021. Ecco l'intervento integrale del maestro giardiniere Andrea Iperico. Le foto sono state scattate durante e dopo il lavoro della cooperativa nel parco a nord dell'isola dal prof. Panteghini e la proprietà e riproduzione sono riservate al suo consenso (per info potete scrivere a mediatorelementare@gmail.com).
"Il verde urbano ma anche quello privato hanno un valore collettivo che va tutelato.
Il patrimonio arboreo comune si tutela con le buone pratiche e con le buone pratiche si tutelano anche le
risorse economiche della collettività.
Le buone pratiche arboricolturali tutelano le risorse economiche, un bene collettivo (il verde urbano), la
salute dei cittadini in termine di sicurezza, salute ambientale e di conseguenza salute fisica.
Quando un verde urbano (in questo caso gli alberi ma non solo) viene gestito male, ecco che si ha uno
spreco di denaro pubblico e un peggioramento della sicurezza e della qualità della salute pubblica e
ambientale."
"In pratica paghiamo per danneggiarci da soli.
Gli alberi urbani sicuramenti vivono in luoghi antropizzate che possono condizionare il loro sviluppo e le
interazioni con l’ambiente circostante, per questo, per far si che non si possano venire a creare situazioni di
rischio, la loro gestione deve essere oculata e valutata a seconda dei casi.
Per l’albero in questione, un Populus alba, non so se ci sia una perizia di stabilità di tipo strumentale che
possa giustificare un intervento di potatura necessaria o tassativa ma se anche nel caso ci fosse,
l’intervento eseguito non rispetta alcun parametro di logica ne di tecnica arboricolturale corretta.
La potatura serve per accompagnare la pianta nel suo processo di evoluzione morfofisiologica che lo
porterà attraverso vari stadi vegetativi."
"In alcuni casi potrebbe riguardare anche interventi di riduzione della chioma ma il tutto deve essere fatto in
maniera organica e funzionale alle esigenze dell’albero e non dell’uomo soprattutto perché la pianta
riconosce solo le sue necessità morfofisiologiche e non quelle dell’uomo.
Un intervento sbagliato crea degli squilibri vegetativi di tipo ormonale e strutturale che possono
danneggiare l’albero e renderlo non più adatto alla convivenza con l’uomo in quanto ad esempio, una
potatura scorretta oltre ad aprire vie a patogeni fungini che causano il decadimento del legno (carie) con
rischi di crolli di rami o branche, può favorire (stimolare) la formazione di rami epicormici (cioè nati da
gemme latenti presenti nella corteccia) che non hanno un attacco solido e quindi a forte rischio di rottura
con conseguente aumento del rischio di danni a cose o a persone."
"In questo caso non è stata rispettata la morfologia della chioma, sono stati praticati tagli internodali e falsi
tagli di ritorno che non faranno altro che stravolgere l’equilibrio ormonale con proprio la produzione di
rami epicormici, in quella formazione conosciuta come scopazzi, che dovranno tassativamente essere
regolamentati da interventi periodici di potatura,( che non dovrebbero andare oltre i due anni) e a controlli
di stabilità per verificare lo stato di salute della pianta stessa al fine di tutelare l’incolumità altrui in quanto
il danno è stato fatto.
Ed ecco che oltre al danno economico e ambientale anche la beffa del dover continuare a spendere per un
bene pubblico che è stato danneggiato e che non sarà più come prima.
Non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità quando si gestisce male un patrimonio pubblico tra cui
anche il verde urbano."
"Potare male un albero equivale ad avere la stessa negligenza che ad esempio c’è stata con la gestione del
Ponte Morandi che alla fine è crollato uccidendo 43 persone.
Quando crolla un albero il più delle volte la responsabilità andrebbe cercata tra chi aveva la responsabilità
di gestire correttamente il verde pubblico e non è stato capace di farlo.
Gli alberi in città non sono pericolosi, è pericolosa la loro cattiva gestione che viene perpetrata dalle ditte
del verde in complicità con le amministrazioni pubbliche.
Per gestire gli alberi occorre aggiornarsi e formarsi sulle corrette tecniche di gestione.
Gestire correttamente gli alberi ed il verde pubblico contribuisce ad avere vantaggi economici per la
collettività, benefici sulla salute, sulla sicurezza, sull’ambiente"
Andrea Iperico
Presidente dell'associazione nazionale Giardinieri BioEtici
www.giardiniere.bio
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