mercoledì 11 agosto 2021

Come mitigare gli effetti del nuovo parcheggio all'Isola dell'Unione?

Il Park scambiatore all’Isola dell’Unione, per poter essere costruito tra mille polemiche, si è dovuto far spazio occupando un parcheggio a raso esistente e togliendo qualche metro all’area sportiva. La struttura prefabbricata è stata assemblata in breve tempo dando subito la visione di quello che sarebbe stato il suo impatto fisico sul territorio. Si ipotizzava la consegna entro l'estate ma ad agosto inoltrato i lavori sembrano fermi con danno della nostra stagione turistica.

Nonostante il blocco di cemento sia stato approvato dalla Soprintendenza, con studio paesaggistico dell'arch. Elena Gomiero dello studio IPT Project, tutta la popolazione è rimasta allibita da una bruttura simile in uno scorcio di laguna così delicato tra due centri storici, nell’unica area verde che li lega. In corso d'opera ci si è resi conto che l'aumento di posti auto previsto sarà di soli 40 posti e che avranno il limite di altezza di 2,20 m. Il capitale impiegato è di ben un 1.100.000 euro!

Per realizzare il parcheggio è stato necessario estirpare per fare spazio a questa struttura della quale, al di là di un fattore estetico, comprendiamo l’utilità. 20 sono state le robinie abbattute che in stagione fioriscono di bianco o crema e 130 i metri di siepe di pittosporo che sono stati sradicati. Ma questo è stato fatto e non c’è modo di tornare indietro.

Ora bisogna cercare una soluzione tale da rendere meno impattante questo blocco di cemento, in modo che possa assumere un aspetto più inserito nel contesto. È già stata approvata la sopraelevazione di un ulteriore piano, tristemente ma inesorabilmente necessaria se si vogliono togliere le auto dal centro storico. Che vada fatta ma che per farla la si progetti all’insegna della leggerezza. Mitighiamo l’aspetto di quelle grigie e impattanti mura. Lo possiamo fare dipingendole, decorandole con trompe l'oeil che si integrino al nostro territorio, o lasciamo che se ne impadronisca la natura, facendoli ricoprire da piante rampicanti come la colorata vite americana o l’ortensia rampicante che con le sue bianche infiorescenze ravviverebbe qualsiasi triste parete di cemento.

Sul lato laguna gli alberi abbattuti potrebbero essere sostituiti da pioppi cipressini, che crescono velocemente e che, in breve tempo, potrebbero armonizzare la vista del manufatto. In questo contesto il verde prensile che è stato proposto mitigherebbe la vista dall’alto, ma nulla potrebbe fare per chi guardando il panorama si trovasse davanti quella scatola di cemento.

Prof. Francisco Panteghini

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