Una
stupenda giornata oggi per fare una passeggiata tonificante alla diga
foranea di Sottomarina. Ci saranno state più di un migliaio di
persone a camminare, tutti muniti della loro mascherina, cercando di
mantenere le distanze e tornando sui propri passi quando la folla si
faceva più intesa.
Una
folla a passeggiare e noi quattro a tirare su bottiglie e pezzi di
polistirolo tra i massi. A dire il vero loro tre, Paolo, Mauro e
Laura, a infilarsi negli anfratti e io a radunare e buttare nei
sacchi neri, alcuni dei quali donati da Veritas. Ma d'altronde ho
l'agilità di un bradipo e se mi infilassi tra un sasso e altro
dovrebbero venire a tirarmi su con un paranco.
Ma
cominciamo dal principio.
L'iniziativa
è partita anche stavolta dai Green Bei, gli instancabili
stacanovisti
della pulizia dell'arenile, sempre presenti con qualsiasi condizione
meteo. Appuntamento con il solito tam tam nelle pagine social del
gruppo,
alle due del pomeriggio davanti alla diga, nel parcheggio di cicli e
motocicli.
E
io alle due sono arrivata, puntuale come un orologio svizzero, mi
guardo intorno e non c'è nessuno, nessuno con i sacchi, nessuno con
le pinze. Vabbè, mi dico, saranno già andati. Sento se qualcuno
dell'Associazione Amico Giardiniere mi da ragguagli e Paolo, il
sempre presente Paolo, mi avvisa che sono già in spiaggia.
Perfetto.
Tanta era la brama di contribuire alla pulizia che sono arrivati
prima del concordato e stanno già lavorando. Quindi mi incammino e
già da distante si vede un gruppetto radunato attorno a sacchi
pieni, a tanti sacchi pieni, e tra me e me mi chiedo quanto tempo
prima siano arrivati per aver già fatto un così abbondante
raccolto.
Ma
il mistero è presto svelato. Non sono il gruppo radunato dai Green
Bei, ma altri ragazzi e parlando con loro scopro che vengono da fuori
Chioggia. L'organizzatrice viveva qua ma ora è andata ad abitare
fuori lasciando un pezzo di cuore, tanto da riuscire a radunare
una quindicina di giovani appartenenti all'associazione
Animaliberaction provenienti da Venezia, Padova e Vicenza e portarli
qui, a raccogliere il pattume portato dal mare. Si sono fermati un
paio di orette circa e sono riusciti a tirare su abbastanza plastica
da riempire un bel po' di sacchi.
Nel
frattempo i Green Bei e il loro seguito sono arrivati a destinazione.
E come previsto dalla locandina, si sono diretti in spiaggia. Noi
quattro, avendo visto che erano già passati i ragazzi di
Animaliberalaction e che avevano fatto già un po' di pulizia abbiamo
deciso di recarci alla diga. Era inutile che stessimo tutti ammassati
a portarci via la spazzatura uno con l'altro.La decisione di andare
verso il fanale della diga è stata sensata. Essendo il punto più
distante dal punto di raccolta diventa poi stancante portare tutti i
sacchi pieni fino a destinazione, dove la Veritas passerà a
ritirarli. Di solito ci si ferma un po' prima.
Abbiamo
tirato fuori le armi, le pinze per meglio dire. E abbiamo cominciato.
E
devo dire che mi sorprendono sempre, io che sono nuova nel gruppo
rimango sempre stupita dall'impegno che viene profuso in queste
iniziative.
Paolo,
non più un giovanotto di primo pelo, Mauro e Laura, hanno cominciato
a calarsi tra i massi con un entusiasmo unico, ingaggiando lotte
talvolta impari con retine di plastica, pezzi di polistirolo, resti
di scarpe, palloni sfondati, cassette di plastica e bottiglie.
Quante
bottiglie... alcune sembrava avessero passato decenni tra quei sassi
a prendere sole, caldo, freddo e salsedine, incastrate com'erano.
Molte vuote, alcune piene di acqua entrata chissà come e svuotate
prima di finire nei sacchi, e un paio contenenti chissà che prodotto
chimico, lasciate ben chiuse.
Ma
ciò che preoccupa di più è il polistirolo. L'azione del mare
erode. Hai presente i sassi dei fiumi, belli, tondeggianti, senza
bitorzoli, lisci al tatto. Ebbene, se l'acqua negli anni riesce a
levigare così un sasso che si stacca dalla montagna, pieno di
spigoli, immagina cosa può fare ai pezzi di polistirolo. I più
vecchi sembravano avessero sopportato lo stesso trattamento, lisci e
tondeggianti com'erano. Ma mentre ciò che viene tolto dai sassi
torna alla natura sotto forma di sabbia e pulviscolo, ciò che viene
tolto dal polistirolo diventa cibo per i pesci. Tanto cibo per i
pesci, troppo. E come è logico che sia entra a far parte della
catena alimentare, per cui prima o poi lo ritroveremo a tavola tra
una pietanza e l'altra.
Di
pezzi di polistirolo ne abbiamo tirati su tanti, a mani nude. Ma
mentre recuperarne alcuni è stato relativamente facile, per altri
non c'è stato nulla da fare, pezzi troppo piccoli, singole palline di
polistirolo a volte, non eravamo attrezzati. D'altronde una
associazione di volontariato fa quello che può con i mezzi che ha, e
che riesce a racimolare dalle donazioni dei privati; non sempre si
possono acquistare gli attrezzi adatti e ci si arrangia.
Comunque
tra ridere e scherzare di sacchi noi quattro ne abbiamo fatti su una
quindicina. E per portarli al punto di raduno è bastato chiedere.
Sono
stati tanti, tra coloro che si stavano godendo la ariosa giornata
assolata, ad accettare la proposta di portare un sacco fino a
destinazione, alcuni ben volentieri, qualcuno lo si è dovuto
incitare un po' di più. Pochi, a dire il vero, ci hanno evitato come
la peste, forse sarebbero anche stati disposti a tornare a riva
nuotando piuttosto che collaborare. Ma è giusto che ognuno si
comporti come si sente di fare, basterebbe non sporcare, così non
sarebbe necessario poi pulire.
Chiuso
l'ultimo sacco, dopo aver guardato l'orologio ci siamo incamminati
verso il punto di ritrovo, carichi dell'ultimo raccolto. Ma la banda
dei tre era irrefrenabile e ogni due passi scoprivano altre cose da
recuperare, altre bottiglie e altro polistirolo. E quasi al punto di
ritrovo abbiamo recuperato il pezzo forte: una enorme boa gialla,
utilizzata dai pescatori per segnalare le reti, fortunatamente vuota
e ancor più fortunatamente legata alla cima, cosi che Mauro ha
potuto trascinarla fino a destinazione.
Ed
eccola la banda dei Green Bei, davanti all'enorme quantità di sacchi
raccolti.
E
come al solito soddisfazione per aver fatto qualcosa di buono e
delusione per non poter fare di più.
Per
cui grazie a tutti coloro che oggi hanno collaborato a rendere un po'
più pulito il nostro mare, gli Animaliberalaction, che sono partiti
da lontano, i Green Bei che hanno il potere di radunare decine di
persone, e quelli dell'Amico Giardiniere, che ci sono sempre!
Abbiamo fatto tanto, ma possiamo fare molto di più.
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